PERMESSI
PER ASSISTENZA FIGLI O ALTRI FAMILIARI
Al
lavoratore che usufruisce dei permessi
per assistere persona in situazione di handicap grave, residente in comune
situato a distanza stradale superiore a
I permessi sono retribuiti (l’importo è a carico dell’INPS ed è anticipato dall’azienda), e sono interamente coperti da contribuzione pensionistica figurativa[4]. Possono essere collegati a ferie, altri permessi o aspettative.
Un parere del Consiglio di Stato ha affermato che questi permessi non possono recare discriminazioni normative ed economiche: pertanto, non riducono ferie, 13a mensilità ed altre mensilità aggiuntive.
Assistenza figli minorenni con handicap
La legge prevede differenti permessi in base all’età del figlio assistito.
Per i figli fino a 3 anni di età, il
genitore ha diritto a:
in alternativa
in alternativa
Per i figli oltre 3 anni e fino a 8 anni di
età, il genitore ha diritto a:
in alternativa
Per i figli oltre 8 anni e fino a 18 anni di
età, il genitore ha diritto a:
Se nella famiglia ci sono più
disabili gravi con più di tre anni d’età, il genitore lavoratore che dà
assistenza può cumulare tanti permessi quanti sono i figli disabili, sempre nel limite massimo di tre giorni per
soggetto. Si devono presentare tante domande quanti sono i figli disabili gravi[8].
Condizioni
di fruibilità dei genitori
Permessi e
prolungamento del congedo parentale sono utilizzabili dal
genitore che lavora anche quando l’altro non lavora o non ne ha diritto
(casalinga, lavoro autonomo, disoccupato ecc.).
Se entrambi i genitori sono lavoratori
dipendenti, permessi e congedo si devono fruire in maniera alternativa[9]:
è possibile che un genitore utilizzi il prolungamento del congedo parentale e l’altro usufruisca dei permessi
orari, mentre non è ammesso che lo stesso genitore utilizzi congedo e permessi.
L’alternatività nell’uso dei permessi va anche intesa nel senso del monte
mensile: è possibile che entrambi i genitori usino contemporaneamente un giorno
o mezza giornata di permesso purché il monte complessivo rimanga invariato (tre
giorni interi o sei mezze giornate).
I genitori, se entrambi lavoratori
dipendenti, possono usufruire dei permessi anche quando il figlio minore
disabile vive con un altro familiare non lavoratore in grado di assisterlo.
Assistenza figli maggiorenni, coniuge, altri
familiari con handicap
I genitori,
il coniuge, il parente o l’affine entro il 2° grado[10], che assistono una persona
handicappata in situazione di gravità[11], hanno
diritto ad utilizzare tre giorni di permessi retribuiti mensili frazionabili
anche ad ore con un minimo di 30 minuti e multipli di 15 minuti, non cumulabili
nei mesi successivi.
Il permesso
può essere esteso ai parenti e agli affini fino al 3° grado solo se il coniuge
o i genitori (anche solo uno di loro) del disabile:
[1] Percorso più corto tra i due indirizzi
determinato con www.viamichelin.it.
[2] Dovrà essere, di massima, preferito l’uso
di mezzi pubblici (treni, autobus, ecc.); nell’ipotesi dell’impossibilità di
utilizzo di mezzi pubblici sarà necessario presentare documentazione
comprovante il luogo di residenza del familiare assistito (ricevuta del
pedaggio autostradale o, se non vi è percorso autostradale, certificato del
medico o della struttura sanitaria presso cui la persona disabile è stata
accompagnata per visite/esami). Circ. Inps n. 32 del 6/3/2012.
[3] Click qui per il modulo
di trasmissione documentazione per familiari. Click qui per il modulo di
trasmissione documentazione per figli.
[4] I
contributi figurativi sono contributi accreditati, senza onere a carico del
lavoratore, per periodi durante i quali non ha prestato attività lavorativa a
“causa di forza maggiore” prevista dalla legge o ha percepito un’indennità a
carico dell’Inps (es permessi legge
104/92, congedo per maternità, congedo parentale, servizio militare,
permessi per donazione sangue, ecc.).
[6] E’ possibile la fruizione contemporanea da parte di un
genitore dei permessi orari per l’assistenza di un figlio disabile da
[8] Circolare INPS n. 80/95. Naturalmente
entrambi i genitori possono avere i giorni di permesso se decidono di assistere
ognuno un figlio.
[9] Occorre la certificazione dell’altro
datore di lavoro o un’autodichiarazione all’atto della richiesta.
[10] I gradi di parentela si contano uno per
generazione, ma mentre tra ascendenti e discendenti il capostipite è compreso,
tra consanguinei si salta il comune capostipite e quindi il primo grado non c’è
(sono parenti di 1° grado i genitori e figli; sono parenti di 2° grado i nonni,
fratelli, sorelle, nipoti; sono parenti di 3° grado gli zii, nipoti ex fratre,
bisnonni e pronipoti). Gli affini sono invece i parenti del coniuge e il grado
si conta allo stesso modo (sono affini di 1° grado suocero/a, nuova, genero;
sono affini di 2°grado i cognati; sono affini di 3° grado gli zii acquisiti e i
nipoti acquisiti).
[11] Compresi i disabili che lavorano e
usufruiscano dei permessi previsti (3 giorni o 2 ore giornaliere), a condizione
che abbiano effettiva necessità e che nel nucleo familiare non sia presente
un'altra persona che può fornire assistenza.