Anche per il 2008 l’OSSIF (Osservatorio
sicurezza fisica dell’ABI), prevede che l’Italia sarà il Paese più
rapinato d’Europa. Eppure le spese per la sicurezza sono in linea (se
non superiori) al resto del vecchio continente, e il tasso di
criminalità pur essendo alto rimane paragonabile a quello di stati come
la Turchia, la Germania o la Spagna.
Il dato che più ci colpisce è che circa il 20% del denaro liquido
circolante in Europa si trova in Italia. Noi continuiamo a non usare la
moneta elettronica. Forse sarà un fatto culturale (in Italia gli anziani
sono più numerosi che in qualsiasi altra nazione europea), o forse il
“nero” continua ad essere il nostro “fiore all’occhiello”. Comunque sia
da noi ci sono i contanti e quindi i malviventi vengono a prelevarli.
La situazione è più drammatica che altrove, e a causa delle sue
peculiarità risulta difficile da affrontare con gli strumenti classici
sindacali, perché non si tratta solamente di mancanza di intervento da
parte delle aziende.
Le statistiche ci dicono che le filiali meno rapinate sono quelle con la
guardia fissa, ma questo vale soprattutto nelle zone dove questo
apprestamento antirapina è poco diffuso. In Campania dove le guardie
sono molte, le rapine avvengono lo stesso e sono numerose. Quindi il
presidio armato pesa soprattutto dove è raro. Se paradossalmente
riuscissimo a diffonderlo non risolveremmo il problema. Semmai potrebbe
cambiare il tipo di rapina, diminuendo sicuramente la tipologia ”mordi e
fuggi”. E qui si pone un altro problema: il numero di rapine è un
elemento importante, ma è soprattutto la tipologia a influire sullo
stato psico fisico dei lavoratori. Di recente (febbraio 2008) questo
elemento è stato evidenziato anche dalla ASL1 di Milano in una sua
indagine, la quale sostiene che le aziende bancarie devono tutelare
anche questo aspetto e non solo il contante (rischio rapina). Così se la
difficoltà a prelevare grosse cifre con i Roller Cash può disincentivare
i rapinatori, può però indurne alcuni a prolungare la loro presenza, con
evidenti maggiori rischi per la salute dei lavoratori. Idem per le
guardie. Meno rapine, ma più traumatiche e pericolose.
Quindi: come dobbiamo muoverci? Evitare che con le scuse delle
difficoltà e dei limiti oggettivi le aziende abbassino la guardia per
abbassare i costi, senza lasciarsi prendere dalla facile demagogia della
soluzione unica del presidio armato. Continuiamo a pretendere formazione
rispetto ai comportamenti da tenere in caso di rapina, presidi con
apprestamenti adeguati all’effettivo rischio, e, anche da cittadini, un
efficace controllo del territorio (forze di polizia addestrate e non
demagogiche presenze dell’esercito e simili). Il cambio culturale e la
lotta al “nero”, si auspica, arriveranno prima o poi grazie agli
improcrastinabili e necessari interventi da parte dello stato e alla
nostra maturazione civica. Speriamo.
Giacomo Sturniolo
Autore di questo articolo, è uno dei coordinatori FISAC dell'Area Torino e
Provincia Intesa-SanPaolo,
e si occupa di Sicurezza
per la Segreteria FISAC del Piemonte.
Per contattarlo:
fisac.sturniolo@cgiltorino.it
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Fisica dell'ABI
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