IVA infragruppo e società
consortili Un altro bel regalo di Tremonti Come ormai ben noto, credo a tutti, dal 1 gennaio di quest’anno i Gruppi Bancari italiani sono assoggettati ad un balzello non indifferente, grazie alla reintroduzione da parte del Governo del pagamento dell’IVA sulle operazioni di fornitura di servizi fra aziende, anche appartenenti allo stesso Gruppo. Il settore era esente dall’obbligo generale di pagamento ormai da una decina di anni, in virtù di decisioni confermate da tutti i precedenti Governi ed in conformità di analoghe Direttive della Comunità Europea. L’esclusione era motivata dal voler favorire anche con la leva fiscale l’aggregazione in grandi Gruppi del frammentato sistema bancario del nostro Paese. Avere oggi preso la decisione opposta, in presenza di una crisi che ha avuto in tutto il mondo la sua origine proprio dal sistema bancario, e che non sappiamo né quanto durerà né cosa ci riserverà, è una decisione che lascia veramente stupefatti. Alla faccia del sostegno al sistema e dei Tremonti-bond! Cercando di quantificare la stangata possiamo valutarla in oltre un miliardo di euro a livello di sistema, di cui consideriamo un buon terzo accollato a Intesa Sanpaolo; ovvero una cifra paragonabile a quella faticosamente risparmiata in un triennio sui costi interni, ricorrendo ripetutamente al Fondo Esuberi! Essendo a quanto pare difficilmente percorribili strade che portino ad un ripensamento dell’Esecutivo, troppo impegnato in dichiarazioni di immagine e a fare cassa raschiando il barile, il settore sta identificando la strada della creazione di società consortili per la fornitura di servizi fra le aziende dei gruppi, in modo da neutralizzare l’obbligo fiscale. Ovviamente Intesa Sanpaolo è in prima fila nella ricerca di soluzioni, vista l’entità economica in gioco; in questi giorni i vertici aziendali hanno ripetutamente smentito le fantasiose voci di utilizzo a tale fine della società Infogroup, la società di servizi informatici del Gruppo Carifirenze, ma hanno confermato ufficialmente l’esistenza del problema e che la società consortile è una delle ipotesi di soluzione. Poiché le soluzioni semplici, e questa lo è, sono sempre le più probabili, è meglio iniziare a prepararci, a partire dalle considerazioni seguenti. Area contrattuale Tutele dei
lavoratori Con quale posizione la FISAC andrà a questo confronto? Con una posizione molto semplice: ai lavoratori coinvolti vanno garantite tutte le tutele ed i diritti preesistenti (salariali, normativi, occupazionali, previdenziali, assistenziali ecc ecc) ora e per il futuro. Ovvero se l’azienda, legittimamente, vuole risolversi il problema per il lavoratore non deve cambiare nulla. Non possono essere accettati tentativi di alcun genere per utilizzare l’occasione al fine di comprimere i costi o per ridurre i diritti delle persone. Struttura
industriale In sostanza una soluzione pasticciata o troppo “politica” del problema IVA potrebbe diminuire l’efficienza della “macchina” con pericolose conseguenze poi anche per i lavoratori. Come si vede lo scenario è mobile e quindi non chiaro, ma c’è un punto che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: la FISAC è e sarà sempre al fianco dei lavoratori coinvolti per raggiungere, per loro e con loro, tutte le tutele necessarie. Roberto Malano [Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net] |
Roberto Malano
Con quale posizione la FISAC andrà al confronto sulla società consortile? Con una posizione molto semplice: ai lavoratori coinvolti vanno garantite tutte le tutele ed i diritti preesistenti (salariali, normativi, occupazionali, previdenziali, assistenziali ecc ecc) ora e per il futuro.
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www.fisac.net/tasso/ - ver.2.0 n.02 -
marzo 2009 -
FISAC/CGIL Intesa SanPaolo Torino -
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