Storie Bestiali
Patrizia e le pecore (per tacer delle galline)

Eccomi di nuovo qui a raccontare di animali, i nostri compagni di pianeta, e nel mio caso, compagni anche di casa, di divano, di computer (allo stato attuale una delle mie gatte collabora alla stesura passeggiando sulla tastiera/strusciandosi contro le mani digitanti…), nonché compagni di campagna, visto che da tre anni noi bipedi urbani ci siamo trasferiti fuori città.

E i risultati del trasloco non si sono fatti attendere, nel senso che il già cospicuo numero di bestiole al seguito, ha cominciato fatalmente ad aumentare.

Per esempio, un bel giorno mio marito mi telefona e io faccio fatica a sentire la sua voce, coperta da un belato disperato: stava portando a casa in auto una agnellina di razza savoiarda, che non essendo mai stata in vita sua né da sola né in una macchina, era assolutamente disperata… Arrivata da noi, sospendeva il pianto acutissimo solo se le stavamo vicino e ricominciava appena ci allontanavamo. Ovviamente abbiamo pensato di riportarla subito all’allevamento perché potesse stare con i suoi simili, (seppure orfanella) e sentirsi rincuorata, ma era già tardi e avevano chiuso. Che fare? Intanto costruire un piccolo recinto dietro casa, che la contenesse. Mi coglie il dubbio che le pecore saltino, vista la nota tecnica di addormentamento fondata sul contarle mentre sorvolano lo steccato… “Ma figurati se salta questa altezza!” mi conforta il bipede. Infatti non termina di pronunciare la frase, che un belato e un naso di agnellina attaccato al vetri della cucina ci confermano che sì, il dubbio era assolutamente fondato. Insomma il problema della pecorella urlante andava urgentemente risolto, sia per noi che per i vicini della frazione sottostante, che magari quella notte avrebbero avuto piacere di riposare. Dopo aver preso in esame vari sistemi che ci consentissero di dormire accanto a lei, acciocché non si disperasse, e considerata la notte fredda e ventosa (ahimè, era febbraio) che ci attendeva, scartato l’accamparsi e il dormire in macchina, ho ceduto alla proposta maschile di occupare uno dei due bagni di casa, attrezzandolo con paglia per la piccola e branda per l’umano. E’ stato così che la prima notte da noi di Lori (battezzata di diritto dal suo compagno di “stanza”) è trascorsa tranquillamente (per lei…) e senza pianti.

Al mattino mio marito non era esattamente riposato, e dopo il primo biberon ha riaccompagnato Lori da dove era venuta.

La piccola non poteva stare sola… Provate ad indovinare che cosa è successo di lì a qualche giorno: dopo aver provveduto a costruire apposito ricovero con recinto, da un furgone dell’allevamento sono scese sul nostro prato, oltre a Lori (che si è subito diretta verso la porta di casa, cercando il bagno, suppongo) altri due agnelli e due mamme pecore, le madri prese a prestito per lo svezzamento dei piccoli, destinati a rimanere con noi…

E quando dopo qualche settimana siamo stati, per tutt’altra ragione che riguardava i nostri barbagianni, in questo posto pericolosissimo che è l’oasi degli animali di San Sebastiano Po’, ne siamo usciti con in braccio altri due agnellini, questa volta di pecore del Camerun, che “tanto rimangono piccole”….

Sono passati  due anni  buoni e adesso le pecore sono nove, e in realtà sarebbero dovute essere di più. Purtroppo gli animali, come gli umani, hanno il gravissimo limite di essere mortali, e questa primavera un difetto genetico ci ha portato via in poche settimane quattro agnellini, lasciandoci con le lacrime in gola.  Be’ per fortuna gli ultimi due nati sono sani e vispi e corrono e saltano su e giù per la collina dietro alle madri.

Un altro esempio di numeri crescenti. Un bel giorno mio marito (si può intuire a questo punto come il trainer sia lui..) torna a casa dal mercato con una scatola da cui escono due ovaiole rosse, una meraviglia. Le due si sistemano provvisoriamente sul davanzale della camera da letto, in attesa che noi completiamo il primo pollaio in rete che abbiamo mai costruito.  Quando le trasferiamo nella nuova casa siamo piuttosto orgogliosi, ma lo rimaniamo per poco… Perché la faina ha approfittato della nostra ignoranza di cittadini per infilarsi nelle maglie (troppo grandi! In campagna lo sanno tutti che al massimo possono essere 2cm per 2cm) e uccidere. Incazzati e in colpa. Ma non domi…

Infatti un altro bel giorno, mio marito mi fa trovare sul tavolo della cucina un’altra scatola; questa volta dentro ci sono sette pulcini, una meraviglia…

E questa volta la costruzione del pollaio sarà a prova di faina, di volpe, di bomba! Tanto il tempo c’è, visto che subito i pulcini devono stare al caldo e poi al coperto, che se no si ammalano. Vi posso assicurare che costruire un pollaio-bunker è un lavoraccio, ma l’immagine delle vittime innocenti della faina è stato uno sprone per tutto il tempo e questa volta ci siamo riusciti: dopo più di un anno, nessuno è riuscito a violare i sistemi di sicurezza che proteggono la residenza delle pollastre!

La notte… ma di giorno le galline razzolano pure. E un brutto giorno mio marito ritrova Macchia  senza vita in mezzo al rosmarino: un attacco in pieno giorno!  Io sono a letto con l’influenza e vengo a conoscenza della perdita solo quando, un po’ stordita dalla febbre, mi vedo posare sul copripiumone un bellissimo pulcino: è Bionda, ed è arrivata perché Macchia è stata uccisa… Banale dire che la piccola è cresciuta in casa con noi, un cane e quattro gatte, che tutti si sono ben guardati dal torcerle una piuma e che prima di andare a dormire nella sua gabbietta, ha passato lunghe serate sul divano, posata su di noi e vicino alle gatte, guardando la televisione e avendo la nostra stessa reazione, dopo un po’ la testa che ciondola e gli occhi che si chiudono: la programmazione non tiene sveglia nemmeno una gallina!

Alla prossima….

Patrizia Pirri

[Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net]

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Patrizia Pirri
Autrice di questo articolo, è una delle referenti della FISAC dell'Area Torino e Provincia Intesa SanPaolo (contattabile qui: patrizia.pirri@intesasanpaolo.com), ma è anche una convinta animalista.

 



Tasso ver.3.0 n.01 - giugno 2009 - FISAC/CGIL Intesa SanPaolo Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits