Parlamentari per caso
 
Ricordo un corso universitario, non molti anni fa, di marketing strategico alla facoltà di Economia, in cui io e gli altri laureandi dovevamo studiare alcuni casi aziendali.

Uno di questi era quello della Nokia: l’amministratore delegato aveva spiegato lo straordinario successo ottenuto dall’importante azienda nell’ultimo decennio con una sola parola: “competenza”. Il segreto, precisava, stava proprio nell’essersi circondato di soli collaboratori che avessero una conoscenza della materia estremamente elevata.

Memore di quel non remoto insegnamento, non posso che rimanere sbigottito osservando come il nostro Parlamento sia straripante di rappresentanti competenti – forse – di spaghetti all’amatriciana e di nautica, ma spesso completamente ignoranti di ciò di cui dovrebbero occuparti, per altro dietro lauto compenso.

Molti di noi ricorderanno le storiche interviste de “Le iene” ai parlamentari, uno dei quali aveva confuso il “dramma del Darfur” con un presunto “dramma del Fast Food”.

Non ho potuto sottrarmi dallo scrivere questo articolo osservando, nella puntata di Ballarò del 17 marzo, il senatore Gasparri (di lui Storace, suo ex compagno di partito, disse a memoria dei posteri: “La legge Gasparri non solo lui non l’ha scritta, ma non l’ha neppure letta”) alle prese con il noto comico Maurizio Crozza.

Mentre quest’ultimo stava argomentato circa l’enormità dei soldi sottratti al fisco italiano dagli evasori, aiutati dalla decisione del governo di togliere la tracciabilità dei pagamenti, il nostro Gasparri rispondeva con uno straordinario: “Crozza, ci dica lei chi sono gli evasori ché li andiamo a prendere uno per uno”. È risultato vano spiegare che non spetta ancora ai comici scovare gli evasori: in Italia infatti, esiste ancora un corpo denominato Guardia di finanza, che voci di corridoio danno come preposto per queste ricerche.

Crozza, poi, ha continuato sottolineando come la proposta di legge Orsi che vuol permettere ai sedicenni di andare a caccia sia una brutalità: i nostri ragazzi hanno proprio bisogno di impugnare una baionetta così giovani? “Allora preferiamo forse che i nostri ragazzi si dedichino alla droga? – è stata l’esilarante controbattuta di Gasparri, come se un ragazzo che non vada a sparare nei boschi non possa far altro che finire automaticamente cocainomane.

Un’ultima nota sull’onorevole Gabriella Carlucci, che ha proposto una legge per “vietare l’anonimato in quella giungla senza regole che è oggi internet”, visto che lei se ne intende della materia! Quando le è stato fatto notare che chiunque su internet è rintracciabile attraverso l’indirizzo IP e moltissimi autori di reati in rete vengono regolarmente individuati ed arrestati dalla polizia postale deve essere rimasta a bocca aperta. Probabilmente si starà ancora chiedendo cosa c’entri una catena di pompe di benzina con internet.

Beppe Capozzolo

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Beppe Capozzolo
Autore di questo articolo,
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Tasso ver.3.0 n.01 - giugno 2009 - FISAC/CGIL Intesa SanPaolo Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits