La CGIL sostiene il referendum contro la privatizzazione dell'acqua

Nel quasi totale silenzio dei mezzi di informazione si sta compiendo la privatizzazione dell’acqua, che potrebbe portare i privati a possedere almeno il 40% degli acquedotti entro dicembre 2011, arrivando ad oltre il 70% nel 2015. Tali leggi garantiranno ai privati utili del 7%, disponendo che gli stessi derivino esclusivamente dalle tariffe e imponendo quindi ai cittadini, di fatto, un aumento delle costo dell’acqua. Dove già si è realizzata tale privatizzazione l’aumento dei costi per il cittadino è stato molto elevato, nonostante il servizio sia spesso peggiorato. A Parigi, ad esempio, dopo le accese proteste dei cittadini, si è dovuto fare un passo indietro. La CGIL è impegnata direttamente a sostegno dei referendum abrogativi che tentano di impedire questa operazione, come risulta dal comunicato stampa ufficiale che riportiamo di seguito. 

Roma, 3 maggio - La CGIL è impegnata con profitto e in prima persona per sostenere il referendum in favore dell’acqua pubblica. Durante la festa del primo maggio, infatti, in moltissime Camere del Lavoro si sono organizzati banchetti per raccogliere le firme per il referendum. Decine di migliaia le sottoscrizioni raccolte dall’organizzazione sindacale per dire ‘no’ alla privatizzazione dell’acqua voluta dal governo con l’approvazione del cosiddetto decreto Ronchi. “In tutto il territorio nazionale - fa sapere Antonio Filippi, coordinatore del Referendum Acqua per la CGIL Nazionale - la partecipazione è stata estesa con punte massime di raccolta pari a 10.000 firme in Emilia Romagna, 6.000 in Piemonte, nel Trentino in due giorni sono state raccolte 700 firme, 7.000 a Roma in Piazza San Giovanni, migliaia nel Sud e in tutte le altre province”. Centinaia di punti di raccolta dove la CGIL, unitariamente con gli altri sostenitori, ha portato il suo contributo per raggiungere l’obiettivo delle 700.000 firme. Ad oggi, sottolinea il dirigente sindacale, “complessivamente sono state raccolte dal Forum nazionale per l’acqua pubblica circa 250.000 firme, un vero record di partecipazione in sole due settimane di raccolta”. Per Filippi “questa massiccia partecipazione dei lavoratori, di tutti i cittadini, al referendum è il segno inequivocabile che l’acqua deve rimanere un bene comune e diritto universale”.

L’acqua è una necessità, un bene di tutti, non è una merce su cui fare profitti per pochi sulla pelle dei cittadini. Per questo motivo vi invitiamo a firmare per i 3 referendum abrogativi proposti dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua 

Per maggiori informazioni, nonché per consultare un database costantemente aggiornato sulle iniziative e sui luoghi di raccolta, vi rimandiamo al sito:o:
www.acquabenecomune.org

Paolo Barrera e Giacomo Sturniolo

[Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net

 

Foto - Silvia Guglielmotto


 

Tassoso - ver.3.0 n.04 - maggio 2010 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits