Il
weekend dello scrutatore Il compito dello scrutatore inizia il sabato pomeriggio, quando si devono timbrare e firmare tutte le schede elettorali. È stata la prima volta che sono stato estratto per lavorare nei seggi. Rotto il ghiaccio con presidente, segretario e altri scrutatori, dopo un po’ il discorso cade inevitabilmente sui referendum che si terranno nei giorni seguenti: sarà davvero difficile superare il quorum, dopo 16 anni di tornate referendarie cadute nel vuoto. La domenica alle ore 8, appena aperti i seggi, i primi elettori si presentano al seggio: si identificano e si consegnano loro le schede, rigorosamente aperte. L’affluenza è costante, pare buona ma è difficile avere un’idea. Alle 10 proviamo a stilare la prima percentuale: 5,6%. Sarà buona? Tanto bassa non pare… Alle 12 i votanti del mio seggio sono il 16% degli aventi diritto. Sono stato proprio fortunato ad essere nominato scrutatore per questi referendum: nell’aria si respira l’importanza dell’occasione: sono tantissimi i cittadini che chiedono quanti sono già venuti a votare. E tra i vari seggi, sono molte le comunicazioni sullo stesso argomento: come andrà il quorum? La cosa davvero emozionante è capire che, oggi, siamo davvero tutti dalla stessa parte. Poco dopo mezzogiorno si sparge velocemente i dati del ministero dell’interno: in Italia alle 12 ha votato oltre l’11% dei cittadini. È difficile fare una proiezione sul quorum da questi dati. “Ce la facciamo – mi rincuora con tanto di tabelle il rappresentante di lista dell’Italia dei Valori – alle scorse amministrative alle 12 aveva votato il 13,6% e si è arrivati al 70% finale”. Chissà. La giornata prosegue. Dalle 17 il seggio si popola davvero e le code sono inevitabili. Mi affaccio nei corridoi: c’è coda praticamente ovunque. Forse ce la possiamo fare davvero. Dopo le 19.30 l’affluenza cala, intanto apprendiamo che l’affluenza alle 19 in Italia è oltre il 30%. Sì, si può fare. Tra i membri del seggio la stanchezza inizia decisamente a farsi sentire, ma forse ne varrà la pena: potremo raccontare un giorno di aver vissuto in diretta il risveglio del senso civico degli italiani. A partire dalle ore 20, la scuola inizia a popolarsi di tantissimi giovani: altro dato decisamente incoraggiante. Alle 20,30 circa al nostro seggio si presente l’elettore numero 433: da noi, il quorum è raggiunto! Chiudiamo alle 22 con il 55% di affluenza. La spossatezza è davvero tanta, ma ancora di più la voglia di capire come sta andando nelle altre zone del Paese. Poco dopo la chiusura dei seggi, il Viminale segnala un’affluenza del 38%, ma – man mano che si aggiornano i comuni con i dati definitivi – sale fino a toccare quota 41%. Allora davvero non è più un sogno questo fatidico raggiungimento del quorum. Sono le ore 23 e, dopo uno scambio di messaggi con altri amici impegnati ai seggi, si può riposare un po’. Dopo poche ore di sonno, di nuovo alla scuola: i seggi al lunedì aprono alle 7! Gli elettori non sono tantissimi e la giornata sembra particolarmente lunga, ma un po’ ovunque serpeggia la sensazione che c’è davvero un vento nuovo che sta attraversando l’Italia: c’è voglia di essere protagonisti in prima persona, senza delegare al capo carismatico le decisioni. Alle 15 si chiudono le operazioni (con il mio seggio al 67,5% di votanti) e inizia lo spoglio: come ampiamente prevedibile ogni scheda riserva una valanga di SI. Pochi minuti e si diffondono i dati della partecipazione: oltre il 55%. Allora è fatta davvero! Che soddisfazione! Se poi penso a quando, un anno fa, mentre raccoglievo le firme tutti mi dicevano che era inutile perché sarebbe stato impossibile raggiungere il quorum, il cuore mi si riempie proprio di gioia: la mia piccola, piccolissima parte per un futuro migliore l’ho fatta. E mentre si può pensare ai festeggiamenti, ricevo l’SMS più bello di Giulia, un’amica addirittura dalla Sicilia: “Qui nel mio seggio abbiamo chiuso al 66%. Finalmente sono fiera di essere italiana”. Beppe Capozzolo [Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net] |
Beppe Capozzolo
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Tasso
- ver.3.0 n.09 - luglio 2011 -
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