Cronache da Casalborgone

Ci eravamo lasciati raccontando di galline, e riprendiamo giusto a parlare di questi pennuti poco volatili, ingiustamente tacciati da noi umani di stupidità. Sarà forse a causa della nostra presunzione di poter misurare “l’intelligenza” degli altri essere viventi sulla base dei nostri criteri da bipedi. Ma non potrebbe invece esser vero che l’intelligenza di una specie e di un individuo si misura sulla sua capacità di interagire al meglio con l’ambiente circostante, e conservare gli elementi che consentono la sua sopravvivenza? Be’, se fosse così, gli esseri umani non potrebbero vantare molti comportamenti in cui dimostrano intelligenza. E invece le nostre galline…

Cominciamo col dire che le galline “parlano”, un po’ meno delle anatre, ma sono pur sempre delle chiacchierone, e ad ascoltarle per un po’ con attenzione, si possono riconoscere alcuni significati legati ai diversi suoni. Concretissimo esempio: una sera sentivamo un parlottare come di protesta, diverso dai soliti, e affacciandoci alla finestra abbiamo visto cha la gallina stava fronteggiando il cane del vicino, che si stava facendo un giretto extra domestico e si era fermato fuori dal nostro cancello a studiarla, non sappiamo se con intenti scientifici o alimentari… Abbiamo subito deciso che la pennuta stava avvertendo le sue colleghe più distanti della presenza di una cane estraneo (la nostra non la considerano proprio!) e nello stesso tempo avvertiva noi, svolgendo una funzione di guardia che nessun altro in cortile (tanto meno la nostra cagnolina) pensa di assumersi.

La conferma della correttezza dell’interpretazione l’abbiamo avuta settimane dopo, quando abbiamo sentito lo stesso suono arrivare dalla collina sopra la casa: questa volta i cani erano due, ma non al di là del protettivo cancello, bensì all’intermo della recinzione e a poche passi dalle pennute. Aiuto! Ci siamo precipitati fuori correndo verso i cani, per evitare un possibile e letale  attacco, e appena i due cani mi hanno vista si sono lanciati contro di me, saltandomi addosso e.. e mi hanno fatto un sacco di feste e leccato la faccia! Erano due cuccioloni sconosciuti, felicissimi di avere trovato degli umani dopo tanto errare per la collina. Sono stati carezzati, messi al guinzaglio, dissetati, sfamati e (dopo apposita telefonata al numero inciso sulla medaglietta ) riportati al domicilio della proprietaria in una frazione vicina.

Dall’episodio si possono trarre alcuni insegnamenti:

* le galline fanno la guardia e sanno dire “attenzione, cane sconosciuto”

* tutti gli umani con cane devono incidere sulla medaglietta del quadrupede il loro cellulare

* chi tiene uno o più cani in campagna deve avere recinzioni adeguate, antiscavo  e antisalto, o in alternativa, deve sperare che il cane in fuga capiti bene…

Detto ciò, possiamo passare dalle galline da guardia alle galline da tavola. Nel senso che, quando abbiamo ospiti a pranzo/merenda durante la bella stagione, e quindi si mangia in giardino, spesso a tavola c’è una delle nostre galline… Ma non arrosto, come qualche ospite si azzarderebbe  a desiderare, bensì svolazzata sul tavolo con il chiaro intento (ahimè frustrato) di verificare quanto è buono il nostro “mangime”!

E rimanendo in zona mangime/cibo, mi torna in mente il lungo assedio che una gatta, da noi battezzata Miagolina, ha portato avanti nel corso di un freddo inverno. La micia era (e si capirà perché l’uso del passato) del nostro vicino di sotto. Bianca e rossa, col moccio al naso e una zampa posteriore tutta svirgola, per via (ci aveva detto il vicino) di uno scontro con un’auto. La gatta non aveva l’autorizzazione da parte del suo bipede ad entrare in casa (non tutti sono disposti a fronteggiare peli, terra, trattamenti antiparassitari…) e già da tempo corteggiava noi e le nostre quattro gatte, che fanno invece liberamente dentro e fuori dalla casa attraverso appositi sportellini dedicati. Nutrendo, intuisco, un misto di desiderio/invidia/curiosità per la vita misteriosa che si svolge all’interno. Miagolina bazzicava il cortile e le balle di fieno sotto il portico, fermandosi spesso a dormire in trasferta. Questo è durato finché due inverni fa, dopo parecchio che non faceva così freddo, la temperatura è andata giù di brutto a meno 17 gradi. A quel punto il corteggiamento della micia è diventato un assedio serratissimo, nel senso che passava le giornate e le serate fuori dalla portafinestra della cucina, col naso appiccicato al vetro, il muso rivolto al calore della stufa a legna, miagolando incessantemente per farsi aprire! La nostra non era cattiveria, ma timore, che il suo ingresso nelle stanze inviolate da gatti terzi, scatenasse le ire e gli attacchi delle nostre quattro feline, molto stanziali e molto affezionate a noi… La farò beve, dicendovi che il continuo appello sonoro di Miagolina ci ha convinto in pochi giorni, tanto che una sera ho aperto sul gelo esterno la portafinestra e lei ha osato, con un po’ di titubanza, mettere dentro una zampina e poi l’altra, sotto lo sguardo incredulo delle nostre gatte: “ma come, la lasci entrare?!”

Ebbene, gli animali ci stupiscono spesso per le loro capacità di convivenza e tolleranza: a parte un paio di soffiate per comunicarle che non era il caso di allargarsi troppo, visto che era l’ultima arrivata, non c’è stato nessun problema. E Miagolina da più di un anno e mezzo ha scelto la nostra casa come sua dimora, dormendo nella sua cesta accanto alla stufa d’inverno, sul suo divano d’estate (suo nel senso che le altre glielo hanno concesso ad uso esclusivo, perché tanto ne hanno altri a disposizione…)

Mangia da noi, facendo la coda per la sesta ciotola (1 cane, 5 gatti ), miagolando incessantemente, come da tradizione e da nome proprio, fino a che non può infilare il muso nel cibo.

Anche in questo, io ne sono convinta, i gatti sono estremamente simili agli umani…Il messaggio che Miagolina ha trasmesso al suo ex umano è stato: non mi ami abbastanza, l’ho capito perché  ho visto come si tratta qualcuno che si ama, e perciò ti lascio e mi rifaccio una vita!

Possiamo darle torto?

Patrizia Pirri

[Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net]

Patrizia Pirri
Autrice di questo articolo, è una delle referenti della FISAC dell'Area Torino Piemonte Nord Valle d'Aosta
(contattabile qui: patrizia.pirri@intesasanpaolo.com), ma è anche una convinta animalista.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tasso ver.3.0 n.09 - luglio 2011 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits