Quasi Amici La mia prima recensione... foglio bianco e immacolato sotto agli occhi, perché io nel 2012 scrivo ancora su carta... Chissà se riuscirò a riempirlo? Voglio parlarvi di un film, un film divertente, commovente, solare, che se avrete voglia di vedere (e non scaricare!!!!) vi lascerà un sorriso sulle labbra, e chissà se non ne abbiamo bisogno in questo secolo buio…. “Quasi amici” (il titolo originale è “Intouchables”, Francia 2011) è un film di Olivier Nakache ed Eric Toledano, due giovani registi e sceneggiatori francesi, che oltre ad essere molto bravi sono pure due buoni amici nella vita. Qui di seguito il cast, davvero impeccabile: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Clotilde Mollet. Cosa succede quando un miliardario aristocratico, rimasto paralizzato dal collo in giù dopo un incidente con il parapendio, incontra un giovane senegalese squattrinato e con la fedina penale sporca? Ovvio: lo assume nella sua dimora ottocentesca come badante!! Voi direte: “E certo! Siamo nella finzione cinematografica!” e invece il film è ispirato ad una storia vera, una storia che comincia nel 2004 quando i due registi si recano in Marocco per conoscere Philippe Pozzo di Borgo, nobile e uomo d’affari francese, vedovo e sulla sedia a rotelle dal 1993, per richiedere i diritti per la realizzazione del film. Philippe acconsente, ma ad un’unica condizione: che la propria storia di amicizia con il suo badante senegalese Abdel venga raccontata in maniera divertente. E direi che la richiesta è stata assolutamente esaudita. “Quasi amici” racconta l’incontro tra due mondi solo apparentemente lontani: dopo l’incidente che lo ha reso tetraplegico, Philippe assume Driss, ragazzo di colore che vive in periferia e conduce una vita amara, tra prigione, continua ricerca di sussidi statali per campare, un rapporto non facile con la famiglia, come badante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia, dargli da mangiare (e tante altre cose “pratiche” esilaranti, che non racconto per non rovinare la sorpresa!), Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l’elemento in grado di distruggere l’impalcatura alto borghese fatta di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo “superiore”, con il suo datore di lavoro, cambiandogli in meglio la vita. Perché Philippe, proprio nella sfrontatezza del suo nuovo “quasi” amico, troverà la forza di non lasciarsi abbattere dal proprio handicap e di guardare avanti con il sorriso sulle labbra. Nakache e Toledano sono stati bravi in primo luogo a supportare l’esplosiva alchimia tra i due protagonisti, entrambi superlativi, entrambi capaci di rendere credibile la complementarità dei rispettivi handicap, da una parte quello fisico dall’altra quello sociale. Si, perché questo film racconta fondamentalmente di una doppia rinascita: e per farlo si affida principalmente all’umorismo, chiave vincente di un film che non vuole deridere la disabilità, ma scherzarci insieme. Sarebbe stato veramente facile e scontato far scorrere fiumi di lacrime raccontando questa storia, gli ingredienti c’erano tutti e personalmente ciò che ho apprezzato è stata la capacità dei registi di portare sul grande schermo una commedia divertente, non strappalacrime, non volgare ma che fa pensare. La storia di Philippe e Driss, inquadrata nella classica contrapposizione bianco e nero, ricco e povero, colto e ignorante è veramente ben congegnata e regala momenti intensi e commoventi ma è anche in grado di farci scappare un’allegra risara, sincera. Il ragazzo delle banlieue francesi che bruciavano di fuoco e di rabbia nel 2005 si è riscattato: è riuscito ad iniettare nuova vita nel corpo e nell’anima dell’amico paralizzato. Il pubblico ha bisogno di queste storie, io ho bisogno di queste storie: storie semplici, genuine, in grado ancora di farci ridere, sorridere e pensare. Il film è stato campione di incassi in patria (20 milioni di telespettatori e 170 milioni di euro incassati) ed è sulla buona strada anche nel nostro Paese, per cui andate nelle sale a vederlo! Claudia Stoppato [Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net] |
Claudia Stoppato
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Tasso
- ver.3.0 n.12 - marzo 2012 -
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