|
Un bambino è un bambino Sabato 1° dicembre ho messo nel cassetto “delle mie prime volte” una nuova esperienza: la partecipazione alla raccolta fondi per una Ong, il CIAI. Il CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) è una Organizzazione non governativa, apartitica e non confessionale che dal 1968 si adopera per promuovere il riconoscimento del bambino come persona e difenderne ovunque i diritti fondamentali, alla vita, alla salute, alla famiglia, all’educazione, al gioco e all’innocenza. Il CIAI sviluppa una serie di interventi fondamentalmente attraverso tre differenti canali:
Sabato 1 e domenica 2 dicembre, in circa 50 piazze italiane, si è svolto il tradizionale appuntamento con “Il cioccolato che fa bene”, la manifestazione di Natale ideata dal CIAI quattro anni fa. Io, Maurizio, Daniela, Renata, Riccardo, Roberto, Luca e tutti i volontari del CIAI sparsi per l’Italia, abbiamo distribuito tavolette di buonissimo cioccolato del commercio equo e solidale, a fronte di una donazione, in borsine firmate Smateria, realizzate con zanzariere di recupero da donne cambogiane, equamente retribuite. Con questa iniziativa, ogni anno il CIAI finanzia un progetto diverso; quest’anno i fondi raccolti saranno destinati al progetto “Alliance”. Vorrei spendere qualche parola sul progetto, sicuramente per pubblicizzarlo e farlo conoscere, ma soprattutto perché ho avuto il piacere di conoscere la responsabile del Progetto, Maria Alessandra Verrienti, in un incontro che ha tenuto al Sermig di Torino il 5 di novembre. E a me fa comunque sempre piacere associare un progetto al volto di una persona che sul campo ci sta veramente. Il progetto Alliance, iniziato nel 2011 e che si concluderà a fine 2013, interessa 5 Paesi del Sud dell’Asia (India, Afghanistan, Bangladesh, Nepal e Sri Lanka) e mira a:
Nel 2011 le attività sono state incentrate sulla formazione dei membri del network delle 139 associazioni e sullo sviluppo di una piattaforma informatica per facilitare il confronto e il dialogo tra le ONG. Questo primo aspetto a me personalmente è piaciuto molto, e può essere un buon punto di partenza, non solo nel campo della cooperazione internazionale: spesso, in tanti aspetti della vita, tutti noi ci mettiamo in gioco, tutti noi ci mettiamo qualcosa di nostro e ci proviamo a far cambiare le cose. Ma spesso questo non basta: il contributo di tanti singoli, di tanti Io, può non bastare. Invece il contributo di tanti singoli che si parlano, si coordinano, cooperano insieme per raggiungere un risultato comune può fare la differenza. Collegato a questo aspetto, nel 2012 l’azione è stata spostata sulle persone più direttamente coinvolte nel rapporto con i bambini, persone della società civile di quelle Aree geografiche (insegnanti in primis). Manca la realizzazione della terza parte del Progetto che si concluderà, per camminare da solo con le proprie gambe, a fine 2013: la realizzazione delle campagne di comunicazione e di sensibilizzazione e l’istituzione di un comitato di controllo che monitorerà la effettiva applicazione delle politiche di tutela dei diritti dei minori da parte dei governi della Regione. Non avevo mai fermato le persone per strada, in questo caso fuori da Viridea di Settimo, cariche di pacchetti, pacchettini e decorazioni natalizie, per chiedere “la questua”: è stata un’esperienza socialmente molto interessante. Le persone, soprattutto in questo periodo, sono concentrate sulla loro esistenza, sui loro problemi, sui loro figli, sul fatto che non c’è lavoro, che siamo in piena recessione economica, che sarà un Natale povero, o almeno un po’ più povero per tutti. Ma non è vero che gli italiani, sempre un po’ egocentrici e un pochino egoisti, non hanno più voglia di fare del bene, anche una piccola cosa, un gesto simbolico. Le persone che ho avvicinato, per cui ero una emerita sconosciuta, sono state anche solo per un minuto ad ascoltarmi, e ognuno, secondo le proprie possibilità, ci ha messo qualcosa di suo: che non vuol dire soltanto lasciare dei soldi in un salvadanaio; vuol dire anche semplicemente prendere un volantino e fare qualche domanda sul tipo di associazione, sui progetti che sostiene, su come fare ad adottare un bambino a distanza; che vuol dire fermarsi e apprezzare il fatto che tu sei lì, come volontario, a trascorrere delle ore del tuo tempo libero al freddo per fare qualcosa in cui credi; che vuol dire intavolare anche una discussione sul fatto che avremmo dovuto farlo per i nostri bambini e le famiglie italiane (ma il CIAI fa anche questo) in questo periodo così complicato per tutti. E ben vengano anche i polemici a prescindere, che non ne vogliono sapere di niente, che non credono al fatto che tu, e di conseguenza l’Associazione che in questo momento stai rappresentando, sia una persona onesta ma che alla fine dell’arrabbiatura un sorriso veloce te lo lanciano comunque. E’ a tutte queste persone, e a tutti i volontari del CIAI, a tutti coloro che si adoperano nel campo della Cooperazione internazionale ….. insomma a tutti quelli che, oltre a lamentarsi, fanno delle piccole, grandi cose per rendere questo mondo un pochino più equo e giusto per tutti, che vanno i miei più sentiti auguri di Buone Feste! Claudia Stoppato Per “Il cioccolato che fa bene”: info@ciai.it – 02/84844436/37 Per diventare volontario o ricevere maggiori informazioni: iniziativeciai@ciai.it – 848.848.841 [Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net] |
Claudia Stoppato
|
|
Tasso - ver.3.0 n.15 - dicembre 2012 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits |