Dedicato a un Angelo

 

Prendo spunto da un pezzo della precedente “storia bestiale” scritto da Patrizia perche’ proprio in questo periodo purtroppo ho dovuto fare una “scelta di vita” per la mia piccola e meravigliosa Cleo.

Quando ti succedono delle cose così, soprattutto all’improvviso, e senza che si possa fare nulla per rimediare, quando la diagnosi del medico è così secca, dura da non lasciare spazio alla speranza, e soprattutto quando, e qui non me ne vogliano gli umani che pensano che l’uomo e’ uomo e che l’animale e’ animale e che non possono esistere un amore ed un affetto uguale per uomini e bestie, ritengo invece di poter affermare che l’affetto e l’amore verso il prossimo, sia esso umano o animale, e’ uno solo e non esistono distinzioni.

Lo dico con cognizione di causa purtroppo, perché nella mia vita ho dovuto mio malgrado già vivere una simile situazione quando si e’ trattato dei miei genitori, perché per entrambi ho dovuto subire passivamente la loro morte, entrambi per malattie incurabili, in tempi diversi, ma con in comune l’assoluta impotenza e la rassegnazione che ti colpisce quando ti trovi di fronte al fatto che tutto ciò che fai serve solo come palliativo, serve solo per cercare di rendere il meno doloroso possibile il loro distacco e a vivere quei momenti vedendosi allontanare per sempre le persone che più ami, senza poter fare nulla per fermare la situazione, ma soprattutto vedendole spegnersi giorno dopo giorno.

Purtroppo speravo di essere finalmente immune a queste situazioni ed invece, nonostante tutto ecco che, quando meno te lo aspetti, e’ arrivata la nuova “batosta”.

Cleo e’ stata la mia prima esperienza “gattofila” di cui vi avevo parlato nel primo numero del Tasso!

Posso dire che la mia piccola Principessa non e’ stata molto fortunata perché seppur nella sua breve esperienza terrena, ha dovuto subire la denucleizzazione dell’occhio sinistro, ed ha vissuto così quasi tutti i suoi anni con un occhio solo!

Da quella operazione avevo preso l’abitudine di soprannominarla “Lambretta”, perché di notte al buio si vedeva un unico faro…..

Per oltre nove anni e’ stata la mia inseparabile compagna insieme a Rocky, l’altro gattone europeo che condivide le mie giornate adesso che siamo rimasti soli.

Cleo mi ha regalato momenti indimenticabili che resteranno per sempre nei miei ricordi più belli come ad esempio: ogni volta che arrivavo da lavoro la trovavo sul mobiletto dell’entrata pronta a saltarmi sulla spalla anche solo per farsi spostare dall’altra parte della stanza; ogni volta che andavo in bagno, non potevo sedermi che saliva sulle mie gambe e si strusciava ronronnando; ogni volta che mi lavavo i denti, non potevo fare a meno di aprirle il rubinetto del lavatoio, perché Lei doveva bere direttamente dalla fontanella; ogni volta che andavo a dormire Lei mi seguiva come un ombra, saliva sul letto e si appallottolava sulla mia spalla per addormentarsi con me fino al mattino seguente; ogni volta che guardavo la televisione Lei saltava sulla mia pancia e iniziava “a fare il pane” con le sue zampe per poi cadere sfinita ed addormentarsi; ogni volta che mi sdraiavo sul letto veniva col suo dolce musetto a strusciarsi sulla mia faccia come per ringraziarmi delle coccole che le facevo; ogni volta che Lei aveva deciso che era giunto il momento delle coccole iniziava a miagolare e non smetteva fino a che non la prendevo in braccio per accarezzarla!

Purtroppo però come ogni Favola che si rispetti, non sempre il finale e’ da ricordare, e come dicevo prima, la diagnosi della mia veterinaria e’ stata un pugno nello stomaco: Insufficienza renale acuta, speranza di salvarla praticamente Zero!!!

Ho così passato gli ultimi tre mesi dello scorso anno cercando di rendere il meno doloroso possibile la sua vita, arrivando addirittura ad imparare a farle le flebo, le iniezioni, a cercare, con scarso successo di farle prendere le pastiglie (e solo chi ha dei gatti può capire quanto e’ difficile riuscire a far prendere delle pastiglie al proprio gatto……..).

Ma più i giorni passavano, più Cleo iniziava a indebolirsi, a non mangiare praticamente più, a diventare insensibile ai tentativi di cura e così il 10 gennaio ho dovuto prendere una drastica decisione: ho deciso per Lei che non poteva più andare avanti così perché se fossi stato al suo posto avrei sofferto molto nel vedere che non potevo fare più nulla di ciò che un gatto di solito fa, e così, dopo averle regalato per la prima volta nella sua vita una “gita” alla Pellerina, per farle assaporare il gusto dell’erba ancora coperta di rugiada e farle sentire il freddo delle giornate invernali e la grandezza del Mondo, ho deciso che era giunto il momento di farle praticare l’eutanasia, o con parole piu’ grezze, di portarla a sopprimere!

L’ho ancora riportata a casa e l’ho fatta stare in sala, proprio dove, appena arrivata, si era andata a rifugiare per la paura, poi ancora nelle scale, libera di girovagare al piano, e per finire, ho passato il resto della mattina e tutto il pomeriggio a coccolarla e tenerla tra le mie braccia!

Non sarà niente rispetto a tutto quello che Lei, dolce cucciolotta mia, e’ stata per me, ma almeno le ho fatto vedere che non la lascerò mai da sola! Mai fino alla fine!

Saliamo così in macchina per l’ultimo viaggio dalla veterinaria; Cleo e’ stranamente tranquilla, non miagola, e appena scesi dall’auto, la faccio uscire dal trasportino e, dopo averla ripresa in braccio, l’accompagno al suo triste finale, l’ultimo miglio della sua vita!

Non so quale santo mi abbia dato la forza di fare quel gesto, perché assistere alla soppressione di un essere vivente, anche se e’ un animale, che però ha accompagnato e condiviso quasi dieci lunghi anni della mia vita, mi e’ in quei momenti difficile capirlo, ma l’unica certezza e’ che fino all’ultimo respiro ho voluto essere accanto alla mia piccola!

Sara, questo il nome della mia splendida veterinaria, ha così fatto la prima iniezione e Cleo ha iniziato a rilassarsi!

Le ho tenuto la sua dolce testolina nella mia mano mentre Sara le ha fatto la seconda iniezione (l’anestetico); poi, poco prima di farle l’ultima iniezione, quella letale, mi ha detto che Cleo se ne era già andata, perché il suo cuore non batteva più e che sicuramente stava già correndo libera in un meraviglioso prato verde, circondata da altri animali, soprattutto con entrambi i suoi splendidi occhi sani, miagolando felice e serena, perché, alla fine di tutto, forse il mio gesto non e’ stato egoismo personale, ma quando ho capito che Cleo non poteva più vivere questo tipo di vita, ho deciso per Lei, che fosse giunto il suo momento!

Sara mi ha detto “porca miseria, Cleo poteva ancora vivere almeno un paio di anni…!”.

Ma lei non sa che Cleo vivrà in me per sempre perché ogni suo gesto, ogni suo miagolio, ogni suo sguardo, ogni sua carezza, ogni suo ron-ron, ogni suo respiro, ogni suo battito, saranno per sempre custoditi nel mio cuore ed il suo ricordo sarà il mio compagno nei momenti di solitudine e di sconforto!

Arrivederci Cleo, mia dolce Principessa! Tu hai lasciato le tue impronte nel mio cuore!

Grazie di tutto!

P.S.: Nel frattempo da quel ricordo doloroso sono arrivati prima Luna, una splendida tricolore e poi Simba, un meraviglioso panterino nero, e quindi……..

Arrivederci ai prossimi racconti!

Orlando Lentini

[Per commenti all'articolo: tasso@fisac.net]

 
Orlando Lentini
Autore di questo articolo, è uno degli
RSA FISAC di Torino.
Per contattarlo: 
orlando.lentini@intesasanpaolo.com


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Tasso - ver.3.0 n.15 - dicembre 2012 - FISAC/CGIL ISP Liguria Piemonte Val d'Aosta - archivio - credits