Convegno sulla Buona Finanza
Il 5 aprile si è tenuto a Torino un convegno sulla “Buona Finanza”, a cui hanno partecipato Agostino Megale – Segretario Generale Fisac Cgil, Marcello Minenna – Università Bocconi, Enrica Valfrè – Segretaria Generale della Camera del Lavoro di Torino, Carlo Demartini – Amministratore Delegato Gruppo CrAsti, Mauro Tenti – Direttore Mercato Corporate Nord Ovest Intesa Sanpaolo.
Ci si è confrontati sui sette punti che la FISAC/CGIL pone al centro del rilancio del nostro settore e della centralità che deve essere restituita ai lavoratori delle banche e alla loro clientela.
1 – Completare l’unione bancaria europea, revisione del Bail in e degli stress test con valutazione dei derivati
Completare l’unione bancaria: fondo di garanzia unico europeo.
Sospensione del bail in fino al 2018 o revisione per applicazione graduale (doppio regime) per i paesi europei che non hanno usato soldi pubblici per salvare le banche (in Germania spesi oltre 240 mld). Vanno escluse le subordinate vendute prima dell’entrata in vigore del bail in perché vendute con un sistema di regole diverso, risparmiatori e lavoratori non potevano sapere.
Si devono rivedere gli stress test includendo il rischio derivati.
Servono prospetti per i risparmiatori semplici e chiari, formazione per i lavoratori, educazione finanziaria per la cittadinanza.
2 – Creare un nuovo modello di banca al servizio del paese per dare credito all’economia reale: bad bank per liberare risorse, separazione tra banca commerciale e banca d’affari e nuovo modello di banca (proposto unitariamente da tutti i sindacati del credito)
I principali paesi europei hanno alleggerito i conti delle loro banche grazie alle bad bank.
Quale soluzione per l’Italia? La priorità resta sempre il rilancio degli investimenti produttivi. Il decreto del Governo se da una parte supera le indecisioni e i ritardi di questi mesi sul tema delle sofferenze bancarie, dall’altra ci conferma l’incertezza e un giudizio sospeso sull’efficacia concreta circa le misure concordate con l’Unione europea. Misure che verranno giudicate proprio sulla base della possibilità di cessione concreta dei crediti deteriorati (non a retail), liberando così risorse per gli investimenti produttivi.
Proponiamo la separazione, anche a livello europeo, tra banche commerciali e banche d’affari in cui le prime concentrino la loro attività verso il credito a imprese e famiglie e mettano le proprie competenze al servizio del paese. E affinché le seconde possano svolgere non solo la vendita ma anche realizzazione dei prodotti finanziari che vendono.
Serve un nuovo modo di fare banca: più servizio al paese e meno finanza, serve benessere lavorativo, ascolto e fiducia tra bancario e cliente. Proponiamo un nuovo modello banca che sia orientato alla qualità oltreché alla quantità. Banche al servizio del paese e dell’economia reale. E’ necessario organizzare una grande alleanza tra le forze attive e positive del paese per creare crescita e occupazione nel nostro paese.
3 – Difendere l’occupazione confermando le modalità sin qui utilizzate nel settore e nei gruppi: utilizzo volontario del fondo e piani di assunzione dei giovani.
4 – Contrastare le politiche commerciali indebite per costruire un protocollo tra le parti su vendite sostenibili e organizzazione del lavoro. Introduzione di codici etici di condotta e contrattazione di tutto il salario, superando gli incentivi alla vendita unilaterali.
Stop alle politiche commerciali indebite serve contrattare tutto il salario superando la parte erogata unilateralmente.
Valorizzando gli accordi di gruppo e i codici di condotta si deve costruire un accordo di sistema per la vendita sostenibile e il controllo dell’organizzazione del lavoro.
Disincentivare le pressioni commerciali nei confronti dei lavoratori bancari: proponiamo che nella definizione dei budget non siano inclusi nei prodotti finanziari inseriti nella black list (prodotti che non devono essere venduti tramite il canale retail), ne obiettivi previsti su singoli prodotti potendo determinare la forzatura dei profili di rischio della clientela. La contrattazione è la soluzione, si deve superare il salario unilaterale incentivante.
Il manager incapace deve ripagare i danni del dissesto che ha determinato.
5 Ripristino della definizione degli scenari probabilistici in seno alla CONSOB. Black list di alcuni prodotti finanziari ad alto rischio (no obbligazioni subordinate a famiglie e pensionati) e semplificazione delle informazioni alla clientela nell’ambito delle regole europee.
CONSOB: E’ tempo di un cambio al vertice. Servono gli scenari probabilistici. Divieto di obbligazioni subordinate a famiglie e pensionati.
Proponiamo la definizione di una Black List di prodotti finanziari che siano vietati per la vendita al dettaglio presso la rete commerciale.
Proponiamo la definizione di un prospetto semplificato che accompagni la sottoscrizione di ogni tipo d’investimento effettuato presso la rete commerciale.
6 – Per quanto riguarda Banca d’Italia vanno superati alcuni limiti, confermandone il ruolo vanno attribuiti ulteriori poteri: rimozione dei vertici delle banche. Si deve intervenire su governance e partecipazione nelle banche.
Servono poteri di sorveglianza e controllo affidati ai rappresentanti dei lavoratori e dei consumatori. Nei consigli di sorveglianza dove previsti oppure con appositi comitati di controllo e monitoraggio.
Si devono ridurre il numero dei consigli d’amministrazione.
Serve una commissione d’inchiesta per capire quali e quanti prodotti finanziari ci sono in circolazione
7 – Favorire la legalità: più moneta elettronica e meno contante; l’equità: riduzione dei compensi percepiti dal top management
Proponiamo che l’uso del contante sia limitato a transazioni sino a 300 euro (superando le banconote da 500 euro) lo proponevamo già nel 2013 oggi la BCE ipotizza il superamento della banconota di taglio maggiore. Inoltre, proponiamo la riduzione del 30% delle commissioni per i pagamenti elettronici.
Il rapporto tra i compensi percepiti dal top management ed un lavoratore standard della medesima categoria non deve superare 1 a 20. Si deve introdurre equità in un settore caratterizzato da una intensa contrazione dei ricavi, aumento delle sofferenze e riorganizzazione nell’erogazione dei servizi in favore di processi telematici.
venerdì 8 aprile 2016 - Eventi, Redazione -
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