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La coperta flexi di Linus…

03linus4“Benché molto giovane, Linus è molto saggio [..]. È anche devoto ad una divinità personale, il Grande Cocomero che, come una sorta di Babbo Natale, una volta l’anno – la notte di Ognissanti – appare nell’orto di cocomeri al più sincero e inizia a distribuire dolciumi ai bambini del mondo. Linus ovviamente spera ogni anno che il suo orto sarà il prescelto ma ciò non avviene mai. Anche per questo Linus rimane l’unico a credere al Grande Cocomero; i suoi tentativi di convertire di volta in volta gli altri personaggi falliscono per l’evidente insuccesso della lunga e vana attesa notturna nell’orto”. (fonte Wikipedia)

Mi sembra che oggi nelle filiali flexi ci siano tanti piccoli Linus che attendono l’arrivo delle meritate “caramelle” annunciate ancora nell’incontro dell’8 maggio provenienti da ISGS e dalle Strutture di Governance, fermo restando che per 360 bambini (le attuali filiali flexi), al momento, Babbo Natale ha solo 260 “caramelle” (colleghi che sono arrivati a rimpinguare gli organici nelle flexi)… che dire? Siamo sicuri che, almeno, non ci verrà il mal di pancia!

03linus1Che la famosa coperta di Linus, già corta in precedenza, sarebbe stata insufficiente era stato previsto, annunciato e successivamente confermato.. siamo pesantemente sotto organico, la clientela si lamenta per le lunghe code agli sportelli (cosa dice lo slogan? “Prenditela comoda!”. Si, per forza), l’impatto visivo all’ingresso delle flexi è desolante, i corsi on line si accumulano, l’affiancamento è leggenda, l’archivio non è più smaltibile, la filiale si riempie di scatoloni…

Abbiamo passato anni a rendere i nostri clienti autonomi attraverso home banking e sportelli evoluti e adesso lasciamo le casse aperte fino alle 19:45? Ma voi non sareste un po’ confusi?

Intesa Sanpaolo è una realtà pachidermica, che raccoglie tante verità locali con le rispettive problematiche: ci sono orti, come il nostro (area Torino), dove il Grande Cocomero non ha caramelle certe da distribuire, e ci sono realtà (ma quali?), dove il Grande Cocomero dice di avere più caramelle di quelle che gli servono… come risolviamo i due problemi?

03linus2Quando iniziò a soffiare il vento dell’orario flexi, ci siamo stretti un po’ tutti nei nostri cappotti, consci di quale rivoluzione, anche famigliare, tutto ciò avrebbe comportato, ma consapevoli che si trattava di un grande cambiamento, di cui la nostra banca era pioniera: un nuovo sistema di fare banca, più vicino alle nuove esigenze di quella clientela che in banca non riusciva quasi mai a venire, e allo stesso tempo necessario perché la Banca contava esuberi a livello nazionale, i quali con questo sistema potevano essere assorbiti.

Ma ben presto bussa alla porta un nuovo problema: il 5 aprile 2013, da Milano l’azienda fa sapere che il flusso di lavoro verso i Back Office è calato, che servono risorse in Rete e di conseguenza è stata ipotizzata la chiusura dei poli di Roma, Forlì, Genova e Cosenza. Inutile sottolineare la grande utilità di queste strutture, ed è altresì inutile far presente che se qualcosa non funziona e non viene cercato il problema è difficile che la situazione migliori..

In questi mesi i colleghi delle filiali flexi si sono trovati a fronteggiare una quotidiana situazione di emergenza che ha visto acrobazia nella gestione di chiavi, sacchi, ordini di contante, pause pranzo originali per esigenze organizzative, se non addirittura spostamento delle ferie sempre per esigenze di servizio. In risposta al problema periodo-estivo l’azienda annuncia la sospensione dell’orario flexi, in poco più del 50% delle filiali, dal 29 luglio al 30 agosto (si, a luglio faremo i turni… vi lascio immaginare…), con creazione di un orario, l’ennesimo, ad hoc: 8.00/ 16.30 dal lunedì al venerdì, chiusura casse 15.35; alcune filiali limitrofe alle flexi chiuderanno le casse nel pomeriggio per andare in supporto a quelle filiali che continueranno l’orario prolungato. Una corsa al gioco del fazzoletto.

Tutto ciò sempre con l’obiettivo dichiarato di incentivare la clientela all’utilizzo dell’home banking e dell’MTA.

03linus3In questa Torre di Babele abbiamo: chi fa turni di 2 settimane, chi di una, chi fa orario continuato, chi lo small al sabato e chi tenta il turno 10.30/19.00, chi apre alle 8.00 anche il sabato, chi non ha il ticket, chi viene accorpato, chi chiude, chi riceve risorse , chi riceve i turni ogni settimana, chi ogni mese, chi fa più volte gli stessi per tappare i buchi, chi pendola, chi allatta, chi assiste e chi inizia a fare fatica a capire dove si trova…

Troppo è lasciato all’autogestione e ciò che è normato risulta di difficile applicazione.

Fa poi sorridere il fatto che si sia partiti massivamente con l’orario esteso e solo in un secondo momento è iniziato l’iter di accorpamento/chiusura delle filiali con dirottamento delle risorse sulle filiali flexi, e comunque non in tutte, anzi in alcuni casi si sono verificati episodi di non sostituzione di risorse venute meno ad esempio per maternità anticipata o di dirottamento di risorse dalle filiali chiuse/accorpate su filiali che l’orario flexi non lo avevano e ad oggi ancora non lo hanno!

Al momento la fascia di clientela raggiungibile attraverso l’estensione dell’orario non pare sufficiente a coprire i costi che questa nuova organizzazione comporta, e tale gap non è stato colmato neanche attraverso il monitoraggio imposto ai colleghi circa la tipologia di appuntamenti, in quale fascia oraria e per fare cosa.

Credo che sia nell’interesse di tutti che questo nuovo modello di banca si affermi, ma bisogna aver  ben presente che farlo funzionare e far finta che sia così sono due concetti molto diversi e che il secondo non può portare a niente di buono.

In compenso apprendiamo, da un comunicato stampa dell’azienda del 27 maggio 2013, che attraverso un’indagine quantitativa e qualitativa l’azienda ha incontrato grande entusiasmo da parte della clientela circa l’iniziativa dell’orario flexi. Fermo restando l’importante novità rilanciata dalla nostra azienda e la comodità che quest’ultima rappresenta per la nostra clientela, avverto una spiacevole sensazione di attrito se associo questo grande entusiasmo con le lamentele che quotidianamente i colleghi delle filiali devono gestire e le consuete frasi (che ormai si sprecano) “ma cosa aprite a fare 12 ore al giorno se poi non c’è personale!”

Comunque, a fronte delle ripetute segnalazioni sindacali, il 23 maggio l’azienda annuncia la creazione di una Task Force per ciascuna Area, formata da colleghi di altre filiali/strutture, che servirà di supporto alle filiali flexi in momenti di emergenza. Nelle filiali flexi l’emergenza è però una compagna pressoché quotidiana e per quanto questa Task Force posso dare una boccata d’ossigeno sembra la solita coperta, ed è chiaro che tirandola di qua qualcuno dall’altra parte rimane scoperto!

Il fine è nobile, il tempo è stato abbondante, il mezzo imbarca acqua ma sul ponte il capitano sorride, saluta e comunica alla capitaneria che va tutto bene… lasciando la ciurma disarmata, impotente, sfiduciata e profondamente demotivata.

Nessun problema è così grande da non potervi sfuggire.” – Linus Van Pelt

03atzeniSilvia Atzeni
silvia.atzeni@intesasanpaolo.com

 

Sindacalista all’agenzia 24 di Torino

 

 

 

 


lunedì 17 giugno 2013 - Organizzazione del Lavoro, Silvia Atzeni -
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