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Sblocchiamo i trasferimenti e le assunzioni

trasferimenti 1 Partiamo dalla seguente premessa: l’organizzazione del lavoro è una prerogativa inalienabile dell’imprenditore, che ha il diritto (ma anche il dovere) di organizzare al meglio i propri sistemi produttivi e distributivi, in relazione alle esigenze del mercato, alle iniziative della concorrenza e nei limiti della legge.

Il sindacato ha però il diritto (ma soprattutto il dovere) di negoziare le regole, i diritti, le tutele e il salario dei dipendenti dell’azienda, limitando le ricadute individuali e collettive sui lavoratori rispetto all’organizzazione del lavoro che l’azienda liberamente si da.
Vista la premessa, passiamo ora ai fatti: nel nostro Gruppo abbiamo una serie di accordi che regolamentano vari aspetti della vita lavorativa (e personale) di noi che ci lavoriamo, uno fra questi è quello sui “trasferimenti a richiesta”.
Vediamo nel dettaglio come funziona, o meglio, come dovrebbe funzionare….
Il personale a tempo indeterminato con almeno 3 anni di anzianità delle Aree Professionali e dei Quadri Direttivi di Intesa Sanpaolo, ISGS, Banche Rete della BdT, Intesa Sanpaolo Private Banking e Banca Prossima può chiedere di essere trasferito in un’altra unità produttiva. Il periodo svolto con contratto di apprendistato è considerato utile ai fini dei 3 anni.
Con la richiesta di trasferimento il personale ha il “diritto” di essere inserito in una graduatoria, secondo l’ordine di spedizione della raccomandata, che l’azienda, verificate le necessità, deve escutere ordinatamente.
Le liste di trasferimento sono controllate dai rappresentanti sindacali designati. Sono possibili scavalcamenti delle graduatorie da parte dell’Azienda se motivati da esigenze tecnico-organizzative: se, ad esempio, l’esigenza di una filiale è di un gestore small business, l’azienda può scorrere la “graduatoria” per ricercare la figura professionale richiesta o può scavalcare la graduatoria qualora non sia presente nessuno che ricopra quella mansione (….e ora che siamo tutti gestori retail??).
trasferimentiVi ho illustrato brevemente le regole sui trasferimenti a richiesta: un sistema messo in piedi dal Sanpaolo, sopravvissuto alla fusione e che ha visto al centro non tanto la possibilità di chiedere di essere trasferito (in effetti, chiedere è lecito….rispondere è cortesia!), quanto quella di avere la certezza di non essere scavalcato grazie al meccanismo delle liste. Un piccolo fiore all’occhiello in tema di mobilità territoriale.
Come sostenevo in premessa, è prerogativa dell’Azienda stabilire la propria organizzazione del lavoro: ma può capitare che la potente macchina organizzativa in alcuni casi rallenti, si guasti, o si rompa del tutto. E, se avrete il tempo e la pazienza di leggere tutti gli articoli del Tasso, scoprirete che è cosi in moltissimi casi, purtroppo.
E questo è uno di quelli….
Ci scontriamo, su alcune piazze (ne cito due per tutte: Cuneo ed Asti), con tempi di attesa ormai calcolabili in anni….luce!!, complice l’allungamento dell’età pensionabile in seguito alla riforma dell’amatissima ex ministra Fornero, piuttosto che la chiusura e gli accorpamenti della maggior parte delle filiali al di fuori dei grandi centri urbani, il riversamento di colleghi e colleghe che hanno visto chiudere definitivamente la propria sede di lavoro, ecc ecc.
trasferimenti 2Il risultato, amaro, è che siamo in una situazione di stallo e, almeno per questi aspetti, occorrerebbe un ragionamento ed un ripensamento del meccanismo stesso per evitare che i colleghi invecchino in attesa di un trasferimento che non avverrà mai. Si potrebbe partire, innanzitutto, da una “pulizia” di queste liste, poiché spesso i colleghi (sempre quelli di prima, poco prima di invecchiare) decidono di organizzare la propria vita nella città dalla quale non riescono ad essere trasferiti, si sposano e si riproducono con la popolazione autoctona, o banalmente si abituano alla condizione da pendolare e (giustamente) si dimenticano della lista. E poi si potrebbe (secondo me dovrebbe) lasciare lo spazio per le valutazioni personali sulla condizione di vita dei colleghi che chiedono il trasferimento, perché anche in questo caso le motivazioni per richiedere un trasferimento sono molteplici, ma secondo me ce ne sono alcune prioritarie, e mi riferisco alle motivazioni di carattere personale (malattia, assistenza di un familiare, lutto) e familiare (bambini piccoli, genitori anziani, nascita di un nuovo grande amore con qualcuno che vive lontano da te…).
I trasferimenti tra Aree sono definitivamente fermi (o comunque ci sono a singhiozzo, perché le singole Aree sono disponibili a far spostare un collega solo se arriva una risorsa dall’Area che riceve) ed è un discorso che conoscono molto bene i nostri colleghi ex tempi determinati assunti fuori regione.
All’interno di questo gruppo, abbiamo infatti colleghi che sono primi in lista generale per ritornare nella loro regione, per rivedere il mare del Salento, per magiare i Quadrucci con le patate e le Pecianelle di Sassoferrato, per tornare dalla moglie lontana, dalla famiglia e dagli amici di sempre: eppure nessuno si muove, nessuno si sposta.
Nel richiedere spiegazioni all’Azienda su questo immobilismo, ci siamo scontrati con un muro di cemento armato, e le motivazioni alla fine sono sempre le stesse: entro la fine dell’anno è prevista una profonda riorganizzazione della banca (lo sappiamo, ci ha scritto una mail Messina), avremo un
2015 ricco di chiusure di filiali, accorpamenti, fusioni, e chi più ne ha più ne metta….
trasferimentiSe però ci basiamo su questi fatti, che ci vengono riproposti puntualmente, anno dopo anno, la situazione non si sbloccherà mai: proprio a seguito di tutte queste riorganizzazioni aziendali (e dei conseguenti spostamenti del personale che inevitabilmente verrà coinvolto) si potrebbero riattivare le liste, facendo uno sforzo in più e cercando di avvicinare almeno i colleghi e le colleghe che si trovano nelle primissime posizioni.
E, infine ma non per ultimo, dovrebbero ripartire le assunzioni: se è vero che nessuna Area può sopportare, a livello di organico, di perdere una risorsa a seguito di un trasferimento, l’Area cedente potrebbe tranquillamente sopportare una nuova assunzione!
E qui mi aggancio per ricordare che abbiamo firmato un accordo l’11 aprile 2013 che prevede la disponibilità aziendale ad effettuare nuove assunzioni in numero pari a quello delle uscite di personale per pensionamento, nuove assunzioni che andrebbero a pescare nel bacino dei nostri colleghi ex tempi determinati che hanno prestato oltre 9 mesi di servizio nel Gruppo.

 

E scrivo a Lei, direttamente a Lei Dottor Messina, di attivarsi al più presto per far ripartire le assunzioni: perché è un dovere morale per uno dei più grandi gruppi bancari europei, perché il Paese ha disperatamente fame di nuovi posti di lavoro, perché noi ne abbiamo bisogno per rimetterci in gioco davvero e giocare la nostra partita nella sfida aperta con questo prolungato periodo di crisi economica, e non solo.

 

stoppatop Articolo di Claudia Stoppato
 claudia.stoppato@gmail.com

 

 

 

 

 


martedì 30 settembre 2014 - Claudia Stoppato, Organizzazione del Lavoro -
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